Dedicazione nuova Chiesa a S. Marco Evangelista


Riporto l’articolo di Piazzarossetti ed alcune foto scattate durante la solenne celebrazione.

Vissuta nella intensità della fede la dedicazione della nuova Chiesa di S. Marco

Una folla immensa di fedele ha partecipato intensamente al rito religioso

C’è stata tanta gente ieri alla solenne dedicazione della nuova Chiesa, con in prima fila diverse autorità politiche, tra cui il sindaco della città Luciano Lapenna, il presidente della Provincia Tommaso Coletti, il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Forte, gli assessori regionali Tagliente, Prospero, Menna, il Presidente della Carichieti Arch. Mario Di Nisio. L’arcivescovo Mons. Bruno Forte all’inizio ha invitato tutti i presenti ad unirsi al suo cuore di padre per celebrare con intensità di fede il sacro rito che si è sviluppato in vari momenti, tutti intensi e ricchi di significato teologico, in particolare: il corteo, l’apertura della porta, l’unzione dell’altare e delle pareti della Chiesa, l’incensazione e l’illuminazione dell’altare, la solenne reposizione del Santissimo Sacramento. Ogni momento è stato reso più intimamente legato al raccoglimento e alla preghiera anche dai canti, svolti dal Coro parrocchiale, diretto dalla prof.ssa Simonetta Di Fonzo.
L’intera Cerimonia è stata vissuta dai fedeli nella gioia di avere finalmente la “chiesa” nel proprio quartiere, ma anche nel mesto ricordo di quanti corregionali hanno perso la propria vita o la propria casa nel terribile terremoto del 6 aprile.
Il Vescovo nella sua omelia ha ricordato l’incontro con gli sfollati aquilani, che sono presenti nella Diocesi di Chieti-Vasto, dicendo di essere rimasto colpito dalla loro grande dignità umana e dalla carica immensa della loro fede. Certo il discorso di Mons. Forte, come Pastore e Padre, non poteva non essere stimolante anche in questa solenne circostanza. Egli ha voluto indicare ai fedeli tre piste di riflessione, scaturite dalle letture bibliche: la nuova chiesa di S. Marco deve essere la “Chiesa della Parola e della fede” (“Il fatto che Dio parla vuol dire che non siamo più soli; la tenerezza di essere amati da Dio, accende il dono della fede”); la “dimora di Dio e dell’Amore” (“Dio abita dovunque gli si apre la porta del cuore; questo tempio è frutto di innumerevoli sacrifici: è la chiesa che si manifesta nella condivisione; è importante che nessuno si senta dimenticato”); il “luogo del perdono e della Misericordia” (“Nessun peccatore deve entrare in questa chiesa, senza uscirne perdonato”. Al termine della Celebrazione eucaristica, don Gino Smargiassi, visibilmente commosso, ha ringraziato quanti hanno partecipato alla Cerimonia: il Vescovo, i confratelli. le autorità, i fedeli. “Tanto c’è ancora da fare”, ha concluso, “ma con l’aiuto di tutti riusciremo a completare le tre cose più urgenti: cioè l’allestimento della Cappella del Santissimo, della Cappella delle confessioni e del Battistero”. Un lungo applauso ha suggellato le parole e l’impegno di don Gino, che con la sua caparbietà (e fede) è riuscito a concretizzare questo ulteriore sogno della sua vita sacerdotale: la costruzione di un tempio anche a Vasto, dopo quello realizzato a S. Salvo Marina.
I commenti della gente sull’architettura della nuova Chiesa sono stati più che positivi. Ricordiamo che l’edificio è stato progettato dall’arch. Michele Tartaglia, si estende su una superficie di 700 metri quadrati con un corpo centrale di 400 mq e tre cappelle. E’ stata lodata anche la sobrietà dell’allestimento. Non ci sono immagini o statue. Solo il grande Crocifisso che troneggia nella parete dietro l’altare.
LUIGI MEDEA

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